domenica 20 novembre 2011

Non credo mi basti un si come risposta


Mi sa che voglio tornare a casa.
Non mi passa, non mi sta passando.
Sta sensazione di cuore annebbiato, di cervello (s)travolto, di lacrime in bilico tra lo sgorgare e il rintanarsi.

C’ho gli occhi che mi danno il tormento e che non vogliono tornare com’erano una volta.
Sto abbastanza una schifezza.

Rivoglio casa mia, rivoglio la mia famiglia e rivoglio Trieste.

Ma davvero non ho fatto una cagata? Davvero é stata giusta la mia scelta? E che si tratta solo di resistere? Dicono di si. Ma non credo mi basti un si come risposta. Non ci credo perché sento che dentro me, in realtà, sorge un “no”.

Stamattina, appena sveglia avevo deciso di uscire e andare in stazione a comprare un biglietto per Trieste, esattamente per domani. Sarei ritornata a casa e avrei detto a Elena, Camilla e Isabella “Ragazze, torno a Trieste. Non ce la faccio più. Ci rivediamo prossimamente, quando  starò meglio”.

Poi non l’ho fatto.

Mi sono fatta un the, ho mangiato tre biscotti e una banana guardando dalla finestra il parco e i lavori, le montagne dietro la nebbia e le persone che passeggiavano. Poi ho finito di leggere il libro di Sorrentino. E tutto é scivolato. Fino qui, all’ora del the, in cui ho deciso di aprire un blog.
Fondamentalmente, credo, per poter scrivere come quando si ha bisogno di isolarsi, di concentrarsi, di fare chiarezza e luce e spazio in testa, ma restando collegati col e al mondo.

Nessun commento:

Posta un commento