domenica 26 febbraio 2012

Cinema

"E' stato il più regalo del 1900 ai suoi inquilini, più dell'aereo e della penicillina.
E' il cinema, la sala buia, lo schermo vasto che trasporta e avvolge le storie illuminate. Ognuno lo ama, io al punto di andarci da solo. Per alcuni questo é un atto desolato, per me é solo un atto di egoismo. Amo Chaplin sopra ogni altro singolo. Amo il cinema italiano di dopoguerra, sopra ogni altra corrente. Detto per approssimazione neorealismo, fu invece narrativa e informazione, mezzo di conoscenza dell'Italia stordita dal fascismo. Presentava gli italiani a se stessi, la vita febbrile di un popolo risorto. Suscitava pratiche di censura dei governi democristiani del tempo. L'Italia era apprendista di democrazia, quei film la educavano. Non credo che il cinema cambi il mondo, però ne registra in tempo i mutamenti. I grandi film americani sul Vietnam sono venuti dopo la sconfitta, però poi l'hanno raccontata fino a raschiare la feccia e il napalm dal fondo di quella storia sbagliata. Amo il cinema che non mi lascia in pace, ma pure quello che mi prende in giro, come quello di Totò. Amo le divinità femminili che hanno occupato il campo dello schermo sopra piedistalli da statue. Il genere maschile ha così imparato a inchinarsi davanti ad un'irraggiungibile bellezza." (Alzaia; Erri De Luca)


Libro di "voci", come un vocabolario, procede in ordine alfabetico tirando a riva pensieri e storie, memorie e avvenimenti. Un piacevole, a tratti intenso, viaggio nella memoria un pò personale dello scrittore, un pò generale, di tutti gli italiani.
Bello. De Luca (mi) colpisce ancora.